Il fenomeno dell’affitto breve è diventato un’alternativa al tradizionale mondo degli affitti, che presenta alcune debolezze, tra cui appunto il rischio di non ricevere i pagamenti degli affitti. Anche i costi di manutenzione dell’immobile e le spese accessorie, come l’Imu e le utenze, possono rappresentare un ulteriore carico per i proprietari. A questi problemi si aggiungono la difficoltà di trovare un inquilino che paghi regolarmente e il fatto che gli affitti tradizionali non permettono di riscuotere un alto rendimento rispetto all’investimento effettuato.
La soluzione in voga oggi:
L’affitto breve è diventato la soluzione a questi problemi, come evidenziato da una ricerca condotta da Wonderful Italy su un campione di 1.200 proprietari in tutto il paese e riportata da MF-Milano Finanza. Il 68% degli intervistati ha indicato come il motivo della decisione di collocare la propria abitazione sul mercato degli affitti a breve termine la voglia di evitare il rischio di arretrati degli inquilini e allo stesso modo non impegnarsi per gli stessi inquilini per quattro anni (50%). Inoltre, il 40% dei proprietari ha scelto l’affitto breve per la possibilità di riscuotere un rendimento maggiore rispetto ai conteggi del leasing tradizionale.
Il reddito derivante dagli affitti brevi costituisce un supplemento significativo al reddito totale dei proprietari di casa. Infatti, per oltre il 43% di essi, il reddito derivante da affitti brevi ha un peso che raggiunge il 30% del reddito annuo totale e per quasi il 10% si arriva addirittura al 60%. Inoltre, il reddito degli affitti brevi aiuta i proprietari a pagare le spese correnti (nel 29% dei casi) e straordinarie (17%), come il mantenimento degli studi dei figli fuori sede o la sostituzione dell’auto.
Ma l’impatto degli affitti a breve termine non si limita solo al beneficio dei proprietari. Anche le città, soprattutto le piccole città, possono trarre vantaggio da questo fenomeno, in particolare quelle senza strutture alberghiere. Infatti, quasi tutti i proprietari di immobili utilizzati per questo servizio sono convinti di apportare un beneficio per il turismo in territorio (77%) e per il quotidiano delle attività operative.
Il 20% dei proprietari ha cercato di prendersi cura della casa da soli, prima di arrendersi perché era troppo impegnativo (50%) e dovuto a burocrazia (30%). Questo ha portato alla nascita dei servizi di consulenza patrimoniale dedicata agli affitti brevi, che offrono prestazioni di gestione di immobili a breve termine, alleviando i proprietari di molte delle attività di accoglienza, marketing e manutenzione.
In definitiva, il boom degli affitti brevi in Italia è il risultato di una serie di fattori, tra cui la voglia di evitare il rischio di arretrati degli inquilini e non impegnarsi con gli stessi inquilini per quattro anni, la possibilità di riscuotere un rendimento maggiore rispetto ai conteggi del leasing tradizionale e la necessità di coprire le spese della casa stessa. Anche l’impatto degli affitti a breve termine sembra essere positivo per le città.
Il trend degli affitti brevi sembra destinato a crescere ulteriormente in Italia e nel resto del mondo e valutare di impiegare il proprio immobile per questa attività è diventato prioritario per un investimento ad alto rendimento nel settore immobiliare.
La consulenza patrimoniale resta la soluzione più fruibile ed efficace per valutare le migliori condizioni di investimento e per gestire gli immobili.